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Cristianesimo e socialismo

Edizioni Marietti

  • I due volumi di Alfredo Luciani, Cristianesimo e socialismo espongono, con ampia documentazione, tre secoli del movimento socialista, dal sorgere delle prime correnti, fortemente permeate di spirito religioso, allo scontro tra cristianesimo e marxismo, alle posizioni delle diverse chiese cristiane, sia la cattolica che le protestanti, di fronte alle lotte sociali dei lavoratori, organizzate dai partiti socialisti in tutta Europa.
    E' un'opera di grande interesse perché ci fa conoscere un aspetto, non ancora studiato con tanta ampiezza, del movimento socialista, e la reazione della cristianità, nelle sue diverse componenti storiche, nei confronti del socialismo, delle sue lotte economiche, politiche e religiose.

     

    Recensioni:

    "... Giovanni XXIII, nella "Pacem in terris", ha introdotto una distinzione fondamentale tra ideologie e movimenti storici, asserendo che mentre le dottrine, una volta elaborate e definite, rimangono sempre le stesse, i movimenti invece, agendo sulle situazioni storiche sempre in evoluzione, possono andare soggetti a mutamenti anche profondi. Il concetto fu ripreso da Paolo VI nell' "Octogesima adveniens" ove esorta i cristiani al saggio discernimento non solo delle ideologie ma anche dei movimenti storici e delle prassi. Paolo VI istituisce una diagnosi sia sulle correnti socialiste sia sulle diverse forme del marxismo con le proprie realizzazioni storiche, sia sull'ideologia liberale. Un riscontro della validità dell'insegnamento dei due pontefici è dato da un'opera di uno studioso del movimento socialista europeo: Alfredo Luciani. Il quale, lungi dall'identificare il movimento socialista in un partito o nei partiti socialisti, concepisce il socialismo come istanza di socialità, di solidarietà, come superamento dell'individualismo, del radicalismo egoistico. Nella sua ricerca il Luciani esplora le fonti più diverse di questo messaggio, seguendone le diramazioni, le espressioni a volte esasperate e contrastanti, le correnti (per riprendere un'espressione di Paolo VI) che hanno dato vita a sistemi politici, a forme di governo e a istituzioni. I prodromi vengono individuati nel secolo XVIII: da essi si sviluppa tutta una diagnosi attenta fino a comprendere gli eventi verificatisi nel 1989.
    Il Luciani riserva degna considerazione all'opera della Chiesa cattolica valutandone positivamente gli interventi per la promozione della pace, della giustizia, della libertà dei popoli. Emblematico è il capitolo dedicato alla situazione postbellica, che coincide con i pontefici Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II, i cui atti, come già quelli di Pio XI, sono stati tutti in difesa dei diritti della Chiesa e dei popoli. Di Giovanni Paolo II sono registrati i suoi numerosi viaggi apostolici e la popolarità giunta "ai massimi livelli, ampiamente diffusa ben al di là del mondo cattolico". Il Luciani, al termine della sua esposizione, fa suo il giudizio di Paolo VI, espresso nella "Populorum progressio": il fallimento del tentativo di creare un mondo senza Dio e contro Dio, è, in realtà, sfociato nella creazione di un mondo contro l'uomo.
    Dopo il fallimento del comunismo nell'Europa orientale la Chiesa cattolica scrive Luciani - ha accresciuto la sua presenza nel mondo ed è apparsa sempre più chiaramente come la "Chiesa di tutti" e "la Chiesa per tutti"".
    (G. Concetti, L'Osservatore Romano, 7.11.1990).

     

    "... Il presente volume si raccomanda per la vasta erudizione e la scelta accorta degli autori e dei testi che presenta. Esso mette a disposizione dei lettori colti informazioni che vanno molto al di là di quello che è il solito limite per lo studio delle correnti sociali nell'Europa occidentale, nei sei Paesi del primo Mercato Comune. Così Spagna, Gran Bretagna, Irlanda, Paesi Scandinavi, Austria e Svizzera vengono ampiamente trattati, mentre osservazioni documentate schiudono orizzonti su Russia, Polonia, Ungheria e i Paesi Balcanici. Questo semplice rilievo sarebbe sufficiente per raccomandarlo a quanti si interessano di storia del movimento sociale.
    Due capitoli sono consacrati all'internazionalismo. Si tratta di una iniziativa indovinata poiché lo sviluppo delle idee sociali, e soprattutto di quelle che si ricollegano al socialismo, non si possono comprendere senza la coscienza, nei loro sostenitori, di una solidarietà con gli altri popoli e con i movimenti che si rifanno a tale ispirazione. Così si passa in rassegna la posizione dei vari Papi nei confronti del socialismo, a partire da Pio XI, con una sensibilità chiara e intelligente. Vi ritroviamo il metodo che caratterizza l'intera opera: di una presentazione di vari autori, con ampi brani e commenti che permettono di situarli all'interno di un contesto globale e di un'evoluzione generale".
    (J. Joblin, La Civiltà Cattolica, 6.7.1991).

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